giovedì 15 marzo 2007

16 aprile 2013

Le prime luci dell’alba filtravano dalla finestra ma io ero già in piedi da tempo: quello era un giorno importante, sarebbero stati resi noti i nomi dei 15 fortunati che erano stati estratti per poter assistere dal vivo, nella vecchia Curva Robur, alla partita del giorno successivo, nientemeno che Siena/Fiorentina.
Sono uscito di casa quasi di corsa, tanto che stavo dimenticando di indossare la fascia al braccio; eppure erano già quasi 3 anni che era entrata in vigore la legge che obbligava i tifosi di calcio a portare quel segno di riconoscimento: una vistosa fascia rossa con una grossa T nera al centro.
Emozionato ho scorso i nomi sul tabellone elettronico… non è possibile… sono stato estratto.
Volevo saltare di gioia, ma non c’era tempo; a quel punto avevo tante cose da fare prima del grande giorno: passare in questura per il rilascio delle impronte retiniche, rispondere ai quiz sul comportamento da tenere in curva, ritirare la pettorina da indossare alla partita e il braccialetto elettronico che avrebbe permesso di seguire ogni mio movimento già dal giorno prima ed avvertito di eventuali infrazioni che stavo commettendo.
Il sabato è volato tra questi impegni e le congratulazioni degli amici; peccato solo che dalle 12 del sabato avevo potuto, per la legge Odiato-Scafandri bere solo acqua minerale non gasata.
La domenica mi sono preparato per tempo; ho scelto con cura il vestito e la cravatta che si deve obbligatoriamente indossare alla partita: un gessato blu con cravatta di un celeste intenso.
Alle 14 ero già pronto sulla porta di casa.
C’è stata un po’ di amarezza quando mia figlia mi si è aggrappata alle gambe dicendo “babbo, non andare, è pericoloso, le curve sono piene di delinquenti, l’ha detto anche ieri la televisione”.
Ma l’emozione per la possibilità che avevo ha preso subito il sopravvento, pensate: Siena/Fiorentina in curva, come ai vecchi tempi.
Si, è vero, l’ispezione corporale all’ingresso è fastidiosa, ma si racconta che un tifoso una volta si sia infilato nel retto un raudo, per cui il controllo è indispensabile.
Ho sorriso pensando che ai 5 tifosi della Fiorentina che sarebbero stati presenti, quel controllo non avrebbe disturbato più di tanto.
Sono entrato e, fortuna nella fortuna, mi era stato assegnato il posto Z 1280, al centro in basso, proprio vicino al mio solito posto prima della grande normalizzazione.
Mi sono seduto e, quasi d’istinto, ho girato lo sguardo come se avessi potuto vedere intorno a me gli amici di sempre, ma non c’era nessuno ovviamente, allora ho chiuso gli occhi ed ho potuto risentire le voci, gli odori, i 4000 stati d’animo della Curva.
Ma, quando ho riaperto gli occhi ho visto lontano, verso il settorino, una figura che mi sembrava familiare: possibile che fosse il mio amico? Mi sono girato per guardare meglio ma subito è suonato l’allarme e l’altoparlante ha cominciato a gracchiare “Lo spettatore Z 1280 si giri immediatamente verso il campo e mantenga la posizione composta obbligatoria”.
Va beh… la partita sta per cominciare… siamo alle solite… i viola che si buttano in terra se sono sfiorati… l’arbitro che ammonisce i bianconeri.
Al 24° del secondo tempo non ho resistito, calcione da dietro al nostro attaccante in piena area e ammonizione dell’attaccante.
Ho urlato la massima offesa consentita “Arbitro, penso che abbia sbagliato”, poi, sottovoce ho aggiunto “bastardo”.
Subito il bracciale elettronico ha cominciato a lampeggiare… già, avevo dimenticato il microfono sottocutaneo che mi era stato inserito all’ingresso.
Mi ricompongo immediatamente, ma al 39° ecco realizzato il sogno… goooool! Il Siena ha segnato.
Mi guardo intorno come per abbracciare i miei vicini, ma non c’è nessuno nel raggio di 22 metri come da regolamento, allora succede il fattaccio… mi alzo e corro verso la balaustra gridando, guardo verso i 5 spettatori della curva ospiti e “tooooooo” appoggio la mano sinistra nell’incavo del braccio destro piegandolo.
In 15 secondi mi trovo circondato dalla sicurezza, mi immobilizzano ed un medico si avvicina con una siringa.
Mi sono svegliato in questa stanza dell’ospedale.
Mezz’ora fa sono entrati due medici e un funzionario di polizia.
Mi hanno detto che il grave disordine che avevo creato con il mio gesto inconsulto era sintomo di una turba mentale un tempo piuttosto frequente tra i tifosi, ma che non mi dovevo preoccupare.
In quei casi era prevista una cura obbligatoria che mi avrebbe fatto tornare normale.
Era solo necessario un piccolo intervento che mi avrebbero fatto subito… come si chiama?… ah si… lobotomia.
In effetti sono un po’ preoccupato ma mi hanno assicurato che è una cosa semplicissima e senza conseguenze, solo mi avrebbe aiutato a reinserirmi nella società.
Ah, ecco, arrivano per portarmi in sala operatoria… poi vi racconto…

Ala DX

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un racconto bellissimo.
Orwelliano, malinconico, purtroppo piuttosto verosimile ma anche ironico e che non rinuncia a dare una "stoccatina" ai guelfi violacei.
Grande Ala Dx, CHE PENNA!

TDF ha detto...

Bello ma triste............comunque i peperoni a cena andrebbero evitati.

TDF

Anonimo ha detto...

Caro Ala DX mi sembra di rileggere quel famoso 16 Agosto 2039.
Complimenti per l'ennesima volta al tuo tocco magico.

Fabiolino71 ha detto...

Agghiacciante ma veramente bello, specie quando il tifoso prototipo invita scompostamente ad espletare necessità corporali gli pseudo omologhi violacei....
Direi che Orwell ti fa una s.....;-)