
In queste calde giornate di giugno infatti c'è tutto il tempo per ripercorrere con tranquillità i momenti salienti della stagione appena conclusa.
Ed è impossibile non riservare nella nostre considerazioni un posto di primo piano a Paolo De Luca.
Dalla sua scomparsa a oggi il Presidente è stato celebrato in tanti modi, se ne è parlato tanto, sia dell'uomo che del Presidente, ma quello che oggi mi fa più riflettere è come nei messi successivi la sua scomparsa tutti quegli elementi che legavano il nome di De Luca alla Robur siano andati via via scomparendo.
Non vuole assolutamente essere una critica, tanto meno una polemica, ma non possiamo fare a meno di notare che nel nuovo Siena, di Paolo De Luca non c'è praticamente più traccia.
Strano ma vero.
La stagione 2006-2007 infatti era iniziata con la presentazione della squadra in Piazza Salimbeni con l'ingegnere che sembrava tornato il protagonista trascinatore di un tempo. Cori, quel braccio alzato che tante volte ci aveva fatto “gasare”, un nuovo sogno – l'Europa – da inseguire e una folla festante tornata ad acclamarlo come un tempo. Lo stemma del “De Luca Group” campeggiava un po' dappertutto, maglie, tute, cartelloni pubblicitari, insomma il Siena “era” De Luca.
Poi sappiamo tutti com'è andata: l'ingegnere, per “cause di forza maggiore”, ha dovuto mollare e vendere la Robur all'avvocato Lombardi Stronati.
Da allora il Siena targato De Luca è andato inesorabilmente dissolvendosi, a piccoli pezzi.
Pochi giorni dopo la sua scomparsa, dal sito ufficiale spariva il logo del “De Luca Group”, poi “misteriosamente” riapparso dopo pochi giorni (forse qualcuno aveva avuto il sentore di essere stato un po' frettoloso...) e oggi nuovamente rimosso.
Poi le prime dichiarazioni dei nuovi proprietari che, legittimamente, sostenevano di voler cambiare alcune cose.
Iniziavano a vacillare le posizioni di alcune delle figure nominate da De Luca: il responsabile del settore giovanile, Cianciolo, il segretario Osti (che tuttavia ad oggi sembra confermato); voci più o meno attendibili (poi confermate dai fatti) mettevano in dubbio anche la conferma del Ds. Perinetti e dell'allenatore Beretta.
Il vecchio Consiglio di Amministrazione si scioglieva per fare posto al nuovo in cui tuttavia non è presente nessun consigliere del passato. L'unico elemento di continuità era rappresentato dal Vice presidente Mangiavacchi, sebbene egli stesso lasciasse intendere che il suo futuro era piuttosto incerto.
A campionato finito si sono poi delineate molte delle posizioni dubbie: sia Beretta che Perinetti hanno lasciato il loro incarico, Claudio Mangiavacchi ha ceduto le proprie quote al Consorzio Malizia uscendo, dopo 8 anni, dai quadri dirigenziali.
Insomma nel giro di un campionato, la gestione De Luca è stata completamente cancellata sia per quello che riguarda i quadri dirigenziali che quelli tecnici.
Come si dice, c'est la vie, è la vita, si volta pagina.
La nostra speranza ovviamente è che il nuovo Siena targato Lombardi Stronati ci possa dare almeno le stesse soddisfazioni che abbiamo avuto dalla gestione De Luca con magari un po' di tranquillità in più. Le salvezze e le iscrizioni all'ultimo tuffo di questi ultimi anni hanno inesorabilmente indebolito le nostre coronarie, probabilmente non reggeremmo ad altrettanti patimenti del genere.
Quello che non cambierà nonostante la completa trasformazione del Siena è la nostra passione, incrollabile, incondizionata, genuina. Chiunque ci sia alla guida, noi sosterremo sempre la nostra amata Robur.
Vomerone
1 commento:
Peccato ancora non ci sia sentore della "pulizia" di preti, maghi e ballerine (rosse e more)..... che sembra ancora perseverino in società.....
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