venerdì 9 marzo 2007

Giocatori e politica

Tra le varie chicche del calcio italico, è passato un momento in cui ci siamo dovuti sorbire anche le esternazioni politiche di alcuni calciatori.
Le giustificazioni per cui si sono sentiti in “dovere” di fare certi gesti, sono state le più disparate: per scacciare una mosca, per salutare la propria tifoseria, perché offesi e provocati dalla tifoseria della squadra avversaria.
Quest’ultima sembra la più venduta….
In pratica tutti i giocatori offesi da tifosi, per risposta devono dichiarare la propria fede politica?
Un fascista fa il saluto romano, un comunista a pugno chiuso...ma se uno è socialista che deve fare? Ruba il pallone? E se uno è democristiano..cha fa, quando viene sostituito per una squadra rientra subito con la maglia dell'altra?
E se uno è radicale? Si fa una canna a bordo campo ed inizia lo sciopero della fame?
E se è di Forza Italia? Fa una dichiarazione per poi smentirla un minuto dopo, dando dei bolscievichi ai giornalisti?
E ancora, il giocatore leghista quando viene sostituito cosa fa, manda a quel paese la curva sud?
Non ci pare ci sia relazione tra l'essere offeso e sbandierare la propria fede politica, se non per il fine di provocare casini.
Soprattutto alla luce degli ultimi fatti di Valencia e delle nuove norme appena approvate in Parlamento, ci sembrerebbe più appropriato mettere i tornelli all’ingresso degli spogliatoi.
Altroché!

1 commento:

Anonimo ha detto...

sante parole!!

Franz