venerdì 2 marzo 2007

L’uomo dei sogni

Ci siamo. De Luca ha venduto. L’era del presidente che ci ha portato in serie A è finita.
Personaggio unico Paolo De Luca, capace di trascinare nel delirio una tifoseria intera come mai nessun altro aveva fatto prima.
Negli ultimi anni il calore nei suoi confronti si era un po’ raffreddato, per vari motivi, giusti o sbagliati, non importa, non mi va di discuterne in questo momento.
Voglio parlare soltanto di quello che ci lascia, sia come presidente che come uomo.
Indiscutibile il patrimonio sportivo: una squadra che affronta il 4° campionato consecutivo in serie A con buone probabilità di disputare anche il quinto, con una serie di attività collaterali che, se portate avanti nel modo giusto, potrebbero garantire la permanenza nell’elite del calcio per molto tempo ancora.
Ma voglio andare oltre le questioni strettamente sportive e soffermarmi su un aspetto che riguarda il modo di vivere la nostra dimensione calcistica di squadra provinciale: una cosa che sicuramente ci ha insegnato De Luca e che nessun obiettivo è impossibile da raggiungere.
Detta così forse sembra una stupidaggine ma se ripensiamo a tutta la presidenza De Luca la cosa assume tonalità diverse.
Paolo De Luca si è sempre posto come obiettivo traguardi che a tutti sembravano impossibili meno che a lui.
Mi ricordo quando fummo promossi in Serie B: in molti (me compreso, non lo nego) dicevano che ci saremmo stati poco, qualche anno al massimo e saremmo tornati nella nostra dimensione, la C1. Si diceva che Siena non era piazza che poteva reggere a lungo un campionato difficile come quello cadetto, dove ci si doveva confrontare con altre realtà numericamente ed economicamente più potenti di noi.
Al nostro secondo campionato in serie B il campo stava dando ragione ai pessimisti e, quando praticamente tutti erano ormai rassegnati, si presentò lui in un teatrino parrocchiale dicendo, solo contro tutti, che ci saremmo salvati.
Ed ebbe ragione.
L’anno dopo rilanciò. Il primo obiettivo impossibile era stato raggiunto, ne serviva un altro per continuare a sognare: avrebbe portato il Siena in serie A.
La gente sorrideva alle sue trionfalistiche affermazioni. «Contentiamoci di rimanere in serie B» si diceva. Ma lui non ascoltava nessuno, andava avanti con la sua “lucida follia”, convinto che anche quel sogno si sarebbe potuto avverare.
E pian piano il sogno prese forma, partita dopo partita, vittoria dopo vittoria. Credo che solo verso la fine del campionato mi resi conto che stavamo davvero andando in serie A, vivevo tutto con la consapevolezza che prima o poi saremmo crollati, che magari saremmo arrivati a un passo ma che non ce l’avremmo fatta, non era una cosa alla nostra portata.
E invece aveva ancora ragione lui, campionato vinto trionfalmente e squadra in Serie A.
Inizia l’avventura vera, ci si deve confrontare con squadre incontrate prima solo sporadicamente in amichevoli estive o in partite di Coppa Italia, e contro campioni visti solo nelle figurine.
Già molti pronosticavano il ritorno in serie cadetta per quell’anno al massimo per quello successivo, ma De Luca non cambia: «Il Siena non sarà una meteora, rimarremo in serie A quest’anno e ci rimarremo a lungo», dichiara senza timore ai mass media nazionali.
I fatti non lo hanno certo smentito.
Anche nelle vicende extra-calcistiche che hanno investito la Robur il suo ottimismo non era mai campato in aria: chi non si ricorda lo scandalo scommesse che rovinò la festa per la prima salvezza della serie A? La Robur sembrava spacciata, anche in città si pensava che c’era poco da fare, sembrava quasi impossibile che il Siena avesse potuto salvarsi senza ricorrere a qualche manfrina. Ma De Luca era sereno «ne usciremo puliti perché non abbiamo fatto niente» e cosi fu.
È per questo che mi piace definirlo “l’uomo dei sogni”, perchè non pone mai limiti alla propria capacità di ottenere anche i risultati più impossibili. Il suo essere sognatore si rivela anche nelle piccole cose, come il punto vendita del merchandising che, guarda un po’, si chiama “Sogno Siena”…
E allora, visto che è arrivato il momento in cui dobbiamo separarci, cosa dirti Presidente?
Grazie, per averci insegnato che siamo piccoli ma se vogliamo siamo più forti dei “grandi”;
Grazie per averci insegnato che niente è impossibile da raggiungere;
Grazie per averci dato la possibilità di dimostrare che anche noi della piccola ma fiera Siena, possiamo essere “pubblico di serie A”;
Grazie, perché se oggi ci sentiamo pubblico di Serie A, col palato che sta via via diventando sempre più fine (a volte anche un po’ troppo…), lo dobbiamo sicuramente a te;
Grazie, grazie, e ancora grazie per averci insegnato che non bisogna mai smettere di sognare: in fondo non costa niente e a volte i sogni… si avverano.
R.B.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho un ricordo....O meglio, ne ho tantissimi, ma uno in particolare mi riempie il cuore di nostalgia e malinconia: il ricordo di un uomo in piedi su un cartellone pubblicitario, in tuta e mocassini, spettinato, trafelato per la tarda ora e per la fatica della gioia incontenibile.L'ora segnava le 3.45 del mattino e in clima surreale migliaia di bandiere garrivano al vento dentro uno stadio stracolmo di gente festante. Rivivo ancora quelle emozioni,ricordando benissimo chi avevo accanto, le parole che ci dicevamo, ma soprattutto mi ricordo di quest'"omino" che col suo modo goffo e buffo di saltellare festeggiava il coronamento di un sogno......del nostro sogno,ma soprattutto del suo......!!Un sogno in cui non ha mai smesso di credere, neanche quando l'anno prima ci salvammo all'ultimo tuffo da una retrocessione che sembrava sicura!!Ma lui continuava a dire che ce l'avremmo fatta e che l'anno successivo, come volle dimostrare nello slogan della campagna abbonamenti, avremmo potuto sognare la serie A....., la lucida follia, la dura scommessa vinta da un uomo che fino ad un anno prima era considerato un fantasma.
Me lo ricordo all'alba in piazza del Campo a brindare con i tifosi, me lo ricordo rosso in volto e con poca pochissima voce....!!Me lo ricordo e me lo voglio ricordare come l'uomo dei sogni, delle scommesse impossibili,delle sbornie in contrada, della storia....!!
Un grazie di cuore a chi ci ha preso nell'infima serie C e c'ha condotto in A, alla faccia di tutta la "SIENA BENE" che volevano che il calcio a Siena fosse solo quello "pane e salame" della serie C!! Un grazie di cuore a chi per 6 anni ha provato a mettere i bastoni tra le ruote a tutte le lobby senesi spesso riuscendoci!!Un grazie di cuore a quello che è stato e sarà ancora per molti e per me il PRESIDENTISSIMO!!!!
Un grazie di cuore a chi ci fa ancora vivere l'emozioni del calcio che conta
Un abbraccio Paolone!!!
FORZA SIENA

momo

Anonimo ha detto...

be' che dire...
Grazie Ingegnere, spero di vederLa ancora in gradinata a tifare il nostro amato Siena