martedì 22 maggio 2007

Alla carica!


La partita della vita? La madre di tutte le partite? Non esageriamo, diciamo semmai la zia di tutte le partite. Perché dà l’impressione di non essere affatto l’unica per il Siena. Ecco, diciamo che abbiamo questo vantaggio (senti a che ci si attacca…): siamo abituati a queste partite decisive. È ormai un marchio di fabbrica della Robur. Dovremmo farlo diventare la nostra forza.

Non è facile però. Siamo delusi, avviliti, incavolati. Un’annata indecente da questo punto di vista. Ormai si va allo stadio con terrore, cercando di ripetere i gesti e le posizioni dell’ultima, magari lontana, vittoria; abbiamo imparato a tremare sui dribbling di Alberto con nessuno alle spalle, a scuotere il capo preventivamente sui lanci da dietro dei difensori, stringiamo le mele ogni volta che ballonzola una palla fra Manninger e Gastaldello, guardiamo l’orologio per capire quanto manca al momento in cui Locatelli inizierà a toccarsi la coscia e ci teniamo stretti ai vicini di posto, come pulcini bagnati in un nido quando arrivano i minuti di recupero; prevediamo già i pali che indefessamente continuiamo a prendere, subiamo disincantati e un po’ rassegnati le incredibili parabole, le acrobazie, che sfidano la fisica, dei palloni che non vogliono entrare nelle porte avversarie, sapendo bene che il più idiota dei rimpalli libererà al contrario l’avversario davanti alla nostra porta. Sappiamo già, prima di ogni fischio di inizio, quali sono gli avversari che ci faranno girare più i cosiddetti e puntualmente ciò si verifica: “ah questo a noi ci fa sempre girare le scatole…”. Con supremo eroismo a tutto questo abbiamo aggiunto la regolare rinascita di giocatori zombie, rotti, decotti, sempre e solo ai nostri danni. Arrivando al nostro posto allo stadio domandiamo al vicino chi sarà il giustiziere in giacchetta nera che troverà cervellotiche soluzioni contro di noi…Vittimismo, rassegnazione, complesso di persecuzione? No, purtroppo, è solo questa maledetta annata che speriamo tutti finisca. Ma che finisca bene per lo meno…

E allora forziamo sorte e malefizi, insidie e svarioni, superiamoli d’un balzo con la forza del nostro tifo. Superiamo tutte le nostre paure per farle superare anche agli undici in campo, perché è a loro che dobbiamo infondere fiducia. È un’arma che non possiamo non usare, visti tutti i nemici che abbiamo di fronte…
Sosteniamoli tutti, diamo coraggio e fiducia a questi ragazzi che almeno domenica rappresentano noi e la città (poi dopo si vedrà…). Facciamolo anche per chi ha fortissimamente voluto la Robur a grandi livelli e ora non c’è più. Perché sappiamo che vorrebbe essere qui, a soffrire, a fare tifo con noi e poi a festeggiare con noi, magari facendosi sciaguattare un po’ da Locatelli…

Della partita cosa dire, non so, non si può presentare. Perché non sarà una partita normale. La Lazio è fortissima, speriamo poco accanita, noi invece confusionari e come al solito senza alcuni giocatori. Ma questo non conta, non conta nulla. Che di fronte ci sia il Barcellona o la Seggianese non importa (a parte che anche con la seconda sapremmo crearci dei problemi…), a noi non deve interessare. Non ci sono alternative (non ci devono interessare i calcoli per i risultati altrui): solo vincere. Tutto qui.
Alla carica allora, tutti quanti!
Forza Siena.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellssimo articolo, sono le stesse cose che penso io in questi giorni, e credo anche molti altri.

Io da una parte un vedo l' ora di arriva a domenica, da un' altra invece c'ho tanta paura, perchè so che domenica soffriremo ancora di più del solito; non lo so se a voi vi succede la stessa cosa, ma io ero parecchio più tranquillo 2 anni fa con l' Atalanta;sarà perchè quest' anno un si riesce a segna, sarà perchè si gioca con la Lazio, sarà perchè le parole del' ad del Catania Lo Monaco mi fanno tanta paura o sarà perchè mi sento male all' idea di giocare col Grosseto il prossimo anno...

Comunque sia questi pensieri domenica alle 15 spariranno e inizierà una battaglia di 90 e passa minuti da vincere e basta...