mercoledì 11 luglio 2007

Fioretti e capre bollite

La paura, si sa, è una brutta bestia, spesso porta la gente a fare cose che in condizioni normali non farebbe mai.
Ed è quello che è successo a tre di noi: ci trovavamo ai Fedelissimi con alcuni amici, una sera dopocena, dopo la pessima partita persa a Bergamo contro l'Atalanta; lo spettro di una inaspettata retrocessione aleggiava sopra le teste dei tifosi senesi, alle prese con una squadra in crisi di gioco e di risultati. E così, complice qualche bicchiere di rosso di troppo, iniziammo a lanciarci in promesse ed ex-voto volti ad ottenere un aiuto “soprannaturale” per rimanere in serie A.
Vennero fuori le idee più disparate ma una in particolare piacque e fu condivisa da tutti: “se ci si salva si va nella Valle del Giovenco, si inneggia ad Angeloni e Stronati e si mangiano le specialità locali”.
Dopo qualche giorno scoprimmo che la specialità locale era la capra bollita, cosa che fece un po' scemare la voglia di andarci, ma il voto è voto...
Tutti poi sapete com'è andata, il Siena fortunatamente si è salvato e così abbiamo iniziato a pianificare il nostro “pellegrinaggio” in terra d'Abruzzo.
Così la mattina del 7 luglio, di buon ora, ci mettiamo in viaggio, con il cuore un po' sollevato perché in nessuno dei ristoranti della zona che avevamo contattato la capra bollita era nel menù.. pazienza!!!
Si arriva a Pescina (la località la cui squadra, insieme a quella dell'Aielli, è andata a formare la “Valle del Giovenco”, neopromossa in C2) alle 12 più o meno, ci si catapiomba nel bar della piazza dopo aver concordato di evitare il nome Angeloni, al centro di una contestazione abbastanza dura per il tentativo di fusione con l'Avezzano calcio che metteva a rischio l'iscrizione della squadra al campionato di C2...
Dopo aver bevuto un buon vino la voglia di attaccare bottone con i Pescinesi era tanta; si vede un cartello con le partecipanti al torneo di C2 fra cui il Pescina V.d.G e pensiamo di introdurre l'argomento col barista il quale gentilmente ci spiega che il giorno prima era saltata la fusione e il Pescina V.d.G. era in C2 con la soddisfazione del paese.
Il ghiaccio è ormai rotto. Arriva anche Gianmarco, il professore di francese di una scuola elementare, che ci invita a bere un altro vino lì fuori. Risultato: gotti, scambio di sciarpe, “gemellaggio” e foto ricordo.
Si parte alla volta di Aielli per pranzare da Lillino, un ristorante famoso, a 30 metri dalla casa di Angeloni.
Per la strada si trova il campo sportivo, un muro stile cimitero con scritte non proprio amichevoli rivolte ad Angeloni ritenuto evidentemente responsabile per l'imminente fine del Pescina calcio. Dopo aver fatto le foto si riparte attraversando un paesaggio desolante: nemmeno un albero ma in compenso troviamo un bellissimo manifesto con il programma della Festa della Madonna con in risalto il concerto di Rita Forte. Bella roba!!!
Ecco Lillino, bel ristorante, bella cameriera, bel menù, bella mangiata, bel prezzo, bello tutto.
Si riparte mangiati bene, (spaghetti fatti in casa alla carrettiera, pasta fatta in casa alla faraona, bistecca danese e agnello alla brace con patate al forno, pere al barolo e torta Mimosa, caffè grappe e vino da fantascienza) dopo aver fatto alcune foto con alcuni locali presi a caso, si monta in macchina, direzione casa di Angeloni: si sona il campanello, risponde la badante (eccoci) non c'è.
Salta purtroppo una delle tappe chiave della nostra “trasferta”...
Si riparte alla ricerca dell'ombra che troviamo solo grazie a un ponte; qualcuno dorme 5 dico 5 minuti, i “figlior di bonadonna” che gli sono accanto gli fanno le fotografie e si riparte.
Si ripassa davanti al campo sportivo dove vediamo un omino che cancella le scritte contro Angeloni dal muro a cimitero... FERMIIIII!!!!
Si parcheggia, si chiede al custode di potersi fare le foto dentro al campo. Accordato.
Che emozione... la tribunetta da 324 posti dove Stronati ha preferito vedere la trionfante partita della V.d.g. anziché Siena-Inter non ce lo potevamo perdere...
Con il custode si diventa amici, ci racconta tutta la storia della Valle del Giovenco, ci parla benissimo di Stronati, un po' “meno bene” di Angeloni. Scopriamo che il da lui tanto declamato impianto con la scuola di calcio della V.d.G. NON ESISTE!!!
Si va al baretto e si ri-beve col custode, ci scambiamo i numeri telefonici perché se si vuole mangiare la capra bollita bisogna telefonare a lui e ce la fa fare. Ci fa vedere anche le costole di pecora surgelate che "pesca" dal frigo dei gelati accanto ai sorbetti... Spettacolare!
Si riparte contenti di lasciare un posto un po' “brullo”, diciamo la verità, ma i giovenchini sono simpatici e bevono, si mangia bene e anche le donne... non sono niente male.
Si torna a Siena contenti prima di tutto di abitarci, di aver assolto al nostro voto, e di non aver mangiato la capra bollita.
Però... si potrebbe anche telefonare al custode e tornarci...

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