
Opera difficile perché dopo un secolo di anonimato, il tifo dei dintorni era già "catturato" dalle canoniche “big” oltreché dalla "vicina" Fiorentina.
Società e club organizzati si sono comunque rimboccati le maniche e, dopo qualche passo falso iniziale, hanno via via intrapreso iniziative di varia natura con lo scopo di far sentire gli sportivi della provincia, parte integrante del mondo Robur.
Un progetto importante, sia sotto l'aspetto del tifo che sotto quello più strettamente tecnico calcistico, è quello che lega a doppio filo i settori giovanili di molte società di provincia con la Robur.
Si è creato una sinergia che può essere estremamente produttiva per entrambi: da una parte riuscire a valorizzare al meglio i piccoli talenti locali, dall'altra reclutare per primi quei ragazzi che mostrano potenzialità per giocare ad alti livelli. Si spera anche in questo modo di creare nei ragazzi quel senso di appartenenza che li farà diventare i tifosi della Robur del futuro.
Nella trasmissione "è Storia", in onda su Canale 3 toscana ogni martedì, condotta da Gigi Rossetti, puntualmente viene ospitata una di queste società e non può che essere motivo di soddisfazione vedere tanti "cittini" che mostrano sul petto il glorioso stemma della Robur.
Purtroppo nella trasmissione di ieri sera si è avuto l'ennesima dimostrazione di come questo stemma non sia portato da tutti con il dovuto rispetto.
Riassumiamo brevemente i fatti: durante la trasmissione ad un certo punto vengono dati gli aggiornamenti delle partite di Champions che vedevano impegnate Roma e Inter. Alla notizia che la Roma stava vincendo nessuna reazione particolare, solo un non ben definito commento di apprezzamento da parte di qualcuno in sala. Quando invece si è appreso del momentaneo svantaggio dell'Inter si è sentito un urlo sguaiato: l'autore è stato subito inquadrato, un ragazzino della società ospite (il Val d'Orcia credo) seduto in prima fila; Rossetti lo riprende bonariamente “ma perché questa esultanza?” Nonostante il dirigente seduto accanto a lui cercasse di tappargli la bocca con la mano, il ragazzino riesce comunque a dire "eh ma io sono juventino...". Momento di lieve imbarazzo generale, alcuni dei suoi compagni di squadra nascondono la testa dentro la tuta, ma la trasmissione va avanti, “d'altronde è un ragazzino” penso io, ma in realtà mi ribolle il sangue.
Dopo pochi minuti arriva in studio un SMS di “protesta” sull'opportunità di ospitare in una trasmissione che parla del Siena, “cittini” cui del Siena non importa proprio niente.
Rossetti giustamente lo legge ribadendo che chi ha la fortuna di vivere vicino a Siena con la Robur in serie A dovrebbe tifare Robur e basta. Il “cittino”, non contento di quanto fin'ora fatto, per uscire dall'imbarazzo gesticola davanti alla telecamera come per dire “ma di che...!”.
Rossetti giustamente sposta il focus sul fatto che la "non passione" per la Robur non può essere nata da sola e chiede al "cittino" di che squadra sono nella sua famiglia. Il "cittino" elenca tutta una serie di parenti juventini (nonni, nonne, zii, cugini, etc. etc.) e finisce dicendo con orgoglio qualcosa del tipo "poi gli zii sono della Fiorentina".
ECCOCI!
Non ce la vogliamo certo prendere con un bambino di nove anni, ma a qualcuno una bacchettata nelle mani va data.
In primis alla famiglia: probabilmente vive l'esperienza calcistica con una società affiliata all' A.C. Siena
solo come un'opportunità. Mentre è comprensibile che gli adulti continuino a coltivare la fede extra Robur ci si aspetterebbe però che al bimbo venisse insegnato a rispettare la società per cui gioca, e tramite la quale un giorno potrebbero aprirsi importanti prospettive. Troppo comodo approfittare della visibilità e del ritorno che può dare il legame con il Siena salvo poi andare in curva ospiti (e magari portarci anche il bambino) quando lo stesso Siena gioca contro Juve o Fiorentina.
Una "bacchettatina" la diamo anche alla società ospite, il Val d'Orcia: perché non insegnare a questi ragazzi prima di tutto, prima ancora dei fondamentali del calcio, il rispetto per la maglia che indossano? Perché non sensibilizzarli al fatto che, se c'è una squadra di serie A da tifare, quella deve essere il Siena, quella della tua provincia. Perché queste società "affiliate" non organizzano iniziative che contribuiscano ad avvicinare questi ragazzi al mondo Robur anziché lasciare che scelgano realtà più blasonate ma "distanti" in tutti i sensi? Forse alcune lo fanno, ma quanto successo ieri dimostra che non è abbastanza.
Insomma siamo contenti di questi rapporti di collaborazione con le società di calcio della provincia, ma vorremmo vedere che tutti questi ragazzi che portano sul petto lo stemma della Robur, non lo fanno solo perché così hanno la tuta gratis o perché un giorno possono sperare, tramite l'Ac. Siena, di avere un biglietto omaggio per andare a vedere la partita con la Juve, ma che sposano in pieno la causa Robur sentendosi parte di essa.
Solo così quella sinergia che si sta tentando di creare potrà essere completa e fruttuosa.
E, per finire, non vorremmo più in una trasmissione TUTTA per il Siena, vedere ospitati in prima fila tifosi di altre squadre che sbandierano la loro fede con tanta sfacciataggine, siano essi bambini o adulti.
Perché il rispetto per una maglia o s'impara da piccini o non s'impara più.
5 commenti:
Al cittino spero ci pensino prima quelli della sua squadra prendendolo per il culo e poi anche qualcuno degli avversari che trovandolo in partita prima gli matura le caviglie e poi gli dice "io tifo Robur!".
D'altronde son tutti cittini noooo?
Poi se si deve parlare degli esempi oltre a quelli che il cittino deve avere dalla famiglia (rispetto per la società che ti insegna e per chi gli fornisce il materiale) e dalla società stessa (rispetto per la maglietta e lo stemma che c'è sopra) poi si deve guardare anche ad altri esempi.
Ad esempio, tanto per ripetersi:
il conduttore di quella trasmissione tifa Roma
il giornalista del corriere che scrive per il Siena tifa Torino
Delle cinque persone adulte presenti, oltre a quelli della Val D'Orcia, n'ho belle detti due di quattro perchè Ficagna ed il Rosso credo facciano per il Siena senza ombra di dubbio come il Sensi.
Se poi vogliamo estendere il ragionamento allargandolo ad altri personaggi che gravitano e mangiano anche con il Siena, personaggi che poco furbescamente non l'hanno nemmeno nascosto anzi.........allora abbiamo un vicedirettore del gruppo editoriale, promosso giusto in questi giorni, che ai tifosi bianconeri intimava di riporre bandiere e tamburi e insoddisfatto per la risposta ha addirittura intrapreso le vie legali verso questi tifosi.
Poi abiamo il Fornai, il mitico Fornai (ma vaffanculo va come diceva Galeazzi) che ci legge le notizie del Siena o addirittura conduceva la trasmissione del Siena prima della nostra giusta incazzatura.
Due anni fa prima del Derby con i bucaioli, squadra che lui tifa, ebbe il coraggio di scrivere ai tifosi del capoluogo ed in precisione al CAV chiedendo sostegno con uno striscione per il suo capo Redattore, il personaggio di cui parlavo prima.
Insomma se per i bambini sono importanti gli esempi allora eliminiamo certi personaggi dal mondo Robur.
personalemente non sono d'accordo sul taglio talebano di questo articolo..
esiste la libertà di pensiero ed è giusto rispettarla..
non è tirando le pedate al cittino juventino che si impara ad amare questa maglia..
il tutto secondo me
Bosley
Ti fò un esempio: nella tua contrada a vedere la Corsa c'è uno che esulta per un fatto (una caduta, una vittoria, altro) che a te non riguarda.
Te che rispetti il pensiero di tutti come ti comporti?
Il pensiero ci si guadagna con parole e comportamenti intelligenti. Secondo me.
E certi ambiti prevedono dei comportamenti ben precisi.
Vabbè.........son ragazzi!
Certo che esiste la libertà di pensiero ed è giusto rispettarla, ma in un contesto personale diverso.
Non conducendo le trasmissioni del Siena o vestendo la maglia della Robur.
Se vengo a mangiare a casa tua e poi non fo che ripetere quanto si mangia bene a casa di TDF so ma un bel ghiozzo.
E poi, a proposito, manca ancora una categoria di cittini poo simpatici:
I raccattapalle del Siena che si mettono volentieri la tuta della Robur, che vanno volentieri a vedè la partita a bordo campo, ma se segna la loro squadra contro il Siena ( ricordo tali episodi contro l'Inter ma putroppo anche contro la Florentia) esultano.
Ecco, con me, quelli la volta dopo la partita la vedevano su SKY, insiema a quello che fece la corsa per dare il pallone al Catania
Ala Destra
Sui raccattapalle però ultimamente ho visto un cambiamento di tendenza: quando si vince i palloni "sparischicchiano". Credo che i "mugli" in seguito alla partita con l'Inter e a quella col Catania siano serviti perlomeno a sceglierli attraverso un selezione più oculata.
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