
I nostri colori sono stati avvolti a lungo dalla polvere dei campi dove la Robur battagliava dietro ad un pallone senza sponsor.
I nostri colori sono sulla nostra pelle perchè ci appartengono.
Ce li hanno impressi i nostri babbi; per nostra fortuna non avevano mania di grandezza e semplicemente la domenica ci prendevano per mano e ci portavano a vedere la Robur al Rastrello come ora molti di noi fanno con i propri figli tramandando quello che è un valore senza ombra di dubbio.
...De Filippis, Notari, Tosolini, Giovanardi, Noccioli, Salvemini, Colombi, Simoni, Ferranti, Rambotti, Pazzaglia.........che tempi!
La festa per la promozione in serie C conseguita da quella squadra fatta sul prato del Rastrello, le foto fatte a sedere sulle ginocchia dei giocatori; davvero degli splendidi ricordi.
Dopo la partita della Robur tutti di corsa a casa a vedere il grande calcio con il primo o il secondo tempo (a seconda di quando avevano fatto più goal)trasmesso dalla Rai; quel calcio dove il Milan aveva Rivera e noi Pazzaglia ma noi eravamo contenti così.
Dopo una storia nei campi di periferia da qualche anno la Robur si è tolta la polvere di dosso e luccica sul massimo palcoscenico di quel grande calcio.
Ed allora cari raccattati da tutto il globo che siete venuti a Siena per fare gli strillini dietro a Kakà, Pato ed al marito della Spice.......cosa volete che ce ne freghi a noi se abbiamo perso 5 a 1!
Voi non avete una passione che vi attorciglia il cuore ma avete semplicemente scelto di partecipare ad una festa scegliendo il locale dove pensavate di divertirvi di più; provo davvero pena per voi perchè i nostri colori sono un altra cosa e la nostra Robur è un privilegio che noi sentiamo a pelle.
A voi rossoneri, ma anche ai vostri cuginetti, ai gobbi; a tutti quanti voi basta guardarvi per capire che non state insieme.
A differenza dei Genoani, ospiti a Siena due settimane fa, voi siete solo un'accozzaglia di persone.
Pensate forse che noi nutriamo invidia nei vostri confronti?
Toglietevelo dal capo perchè non c'avete capito niente; quello che lo stadio vi ha voluto cantare in faccia sul 5 a 1 è un qualcosa che non potrete avere mai perchè non potrà comprarvelo il vostro presidente, non potrà regalarvelo l'arbitro di turno, non ve lo potrà dare nessun vessillo neanche se vi colorate di rossonero dalla testa ai piedi e vi legate addosso 6 sciarpe.
Quello che lo stadio ha intonato incurante di quanto succedeva in campo si chiama senso di appartenenza ad un qualcosa che delle volte ti fa soffrire ma che non puoi smettere di amare.
Ieri c'era Pazzaglia e oggi Maccarone; intorno noi Tifosi che amiamo il Roburrone!
3 commenti:
Bellissime parole, bravo.
Bravo, anche se forse la lunga serie di sconfitte degli anni 90 e primi 2000 hanno reso il popolo nerazzurro molto compatto anche se sempre macchiato della presenza di molti "scimmie uraltrici" al seguito di Figo o di Adriano.
solo adesso leggo le tue appassionate parole e ti ringrazio perchè la gioia che tu manifesti di appartenere a questa grande comunità di tifosi è anche la mia gioia , che viene giustamente dal passato e che oggigiorno è ancor più gioisa che mai , nessuno ci doma !
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