giovedì 17 settembre 2009

Quanto costa la vergogna? A Roma è un bene senza valore…!

Quanto costa la vergogna? A Roma è un bene senza valore…!

La vicenda De Rossi, sembra aver alzato il coperchio di una pentola che bolliva da molto tempo.
Improvvisamente qualcuno si è accorto che negli stadi vengono cantati dei cori offensivi, ma è il momento in cui questo avviene che lascia perplessi: vale a dire il momento in cui si va a toccare il famoso ed intoccabile Daniele De Rossi. Perché si sa, certi giocatori vanno tutelati in campo e fuori, perché si, poco importa se certi calciatori si rivolgono all’arbitro, mandandolo a quel paese, ai tifosi della squadra avversaria alzando il dito medio verso di loro, ai loro avversari con atteggiamenti provocatori.
Non importa quello che fanno e dicono, hanno ragione loro. Punto.
A proposito di punti, iniziamo da questo.
L’antipatia verso l’uomo ed il giocatore De Rossi, nasce proprio dalla disparità dei trattamenti nei confronti dei giocatori tutelati, rispetto a quelli non.
In questi giorni è stato fatto spesso il nome di Andrea Ardito, come punto di partenza del tutto ed in effetti, è così. Ormai l’argomento è già stato reso noto: partita di Coppa Italia, il Siena sta vincendo ormai siamo oltre il 90° ed è quasi finita. De Rossi fa un’entrata da dietro delle sue, su Andrea Ardito rompendogli un piede e facendogli concludere li la stagione, uno di quei falli con cui diverrà famoso nel tempo
Purtroppo Andrea Ardito non si chiama Francesco Totti ed allora, nessuno che ti viene a spiare fuori dalla finestra dell’ospedale, nessun cronista che commenterà la tua serranda abbassata della camera in cui sei ricoverato, nessuna edizione straordinaria al telegiornale, nessuna prima pagina, nessuna lite fra gli “illustri” ospiti delle trasmissioni calcistiche che prendono le difese del giocatore da “tutelare”.
Anzi quelli della Roma, parliamo dei dirigenti non dei netturbini, hanno minimizzato ed ignorato il tutto, come è del resto lo stile dell’ambiente romanista in genere, dal tifoso al giornalista: ingigantire le colpe degli altri, minimizzare le proprie anzi, ignorarle del tutto.
Ad onor del vero però, come detto da Andrea Ardito, De Rossi si è scusato il giorno dopo, gli ha telefonato e tutte le volte in cui si sono incontrati lui è ritornato sull’episodio.
Il Sig. De Rossi, è una fucina di eccezioni che confermano la regola insomma.
Da questo episodio ne sono seguiti altri, tutte le volte che la Roma ha giocato a Siena non sono mancati mai momenti in cui il giocatore della Roma, non ha fatto altro che non farsi apprezzare.
Dalla sceneggiata per far espellere Ezio Brevi, fingendo che fosse stato colpito al volto (guarda un po’, proprio dopo quei mondiali in cui De Rossi ebbe una sonora squalifica per aver fatto sanguinare il naso con una gomitata ad un calciatore Australiano), alle provocazioni a Locatelli, fino a giungere a domenica 13 settembre 2009, dove se Dio vuole, il coperchio è saltato.
Solo che nella pentola hanno rischiato di finirci i tifosi del Siena.
Ecco i fatti.
Per tutta la partita i tifosi del Siena hanno beccato De Rossi, in maniera più o meno continuativa. I tifosi avevano anche da fare altro, oltre che offendere i giocatori della Roma, magari questo non può far piacere all’egocentrismo romanista, ma è così. Certo, quando costui va sotto la curva in prossimità del calcio d’angolo e sputa in direzione della stessa, non si può pensare che gli vengano lanciati mazzi di rose rosse.
Il Sig De Rossi ha comunque incassato più o meno bene, fino a quando la Roma non ha prima pareggiato e poi è passata in vantaggio. Soprattutto in questo secondo momento è stato innescato da costui, il coro tanto vituperato.
Prima della ripresa da centro campo dopo il secondo gol romanista, il giocatore giallo-rosso si rivolge per l’ennesima volta verso la curva alzando il dito medio, inveendo.
La gente ha iniziato a cantargli “COME IL SOCERO”, (non è un errore grammaticale, è il modo di chiamare il suocero da queste parti) che tradotto vorrebbe dire “DEVI MORIRE”, in quanto il suocero, un pregiudicato noto alle forze dell’ordine, fu ucciso circa un anno fa.
Certi cori sono veramente disdicevoli e sempre condannabili, che purtroppo ogni domenica vengono cantati in tutti gli stadi d’Italia.
Tranne a Roma a quanto pare.
Proprio da li è partita una denuncia verso l’ignobile pubblico Senese, addirittura sono state cambiate anche le parole per farlo apparire ancora più indecente e morboso: hanno riportato che veniva cantato “DOV’E’ IL SUOCERO”, qualcuno è andato anche oltre “DOVE STA IL SUOCERO”, con la chiara intenzione di far apparire la curva senese in preda a degli impulsi barbari irrefrenabili, tanto da irridere De Rossi per la mancanza del suocero.
Da Roma si sono scandalizzati tantissimo, le loro innocenti orecchie non avevano mai sentito una cosa così turpe, addirittura si sono scomodati i parlamentari.
I Senesi? Degli incivili da punire in maniera esemplare.
De Rossi?Un esempio di lealtà sportiva!
A Roma non è mai stato cantato “DEVI MORIRE” e nemmeno “PESSOTTO BUTTATI DI SOTTO”, nemmeno sono stati alzati striscioni inneggianti ai forni crematori e con nomi e cognomi di tifosi avversari accoltellati., gli accoltellamenti fuori dagli stadi, derubricati a pure curiosità di cronaca (come detto da uno dei pochi veri giornalisti che ci sono a Siena).
A Roma non succedono di queste cose, quindi c’è da capire il loro scandalo, la loro sorpresa ed i loro insegnamenti sul corretto atteggiamento da avere negli stadi.
I Senesi devono pagare, perché De Rossi va tutelato anche se vi manda in “C…..” e voi dovete stare zitti.
Poco importa se per anni, Siena ha accolto tutta la gente che voleva seguire la propria squadra del cuore in maniera civile ed educata, a braccia aperte, magari organizzando pranzi insieme o merende dopo la partita.
Però poi se volete pagare di tasca, non va bene lo stesso, perché la vergogna non ha prezzo… è un bene che non ha mercato.
Lo dicono da Roma.

Piccolo inciso finale per quelli che vengono da Roma.
Il voler pagare la multa, non è un’ammissione di colpa verso De Rossi, ma semplicemente il non voler debiti verso nessuno e voler prendersi le proprie responsabilità per un errore in cui rischia di rimetterci, una città intera ed un intero territorio.
Credo di interpretare il pensiero di molti se dico, che non è una scusa verso nessuno e se scuse ci possono essere, devono essere reciproche.
Finora invece le colpe le hanno ammesse i terribili tifosi senesi, mentre i giocatori da tutelare hanno pensato di dire tutt’altro.

GBN

P.S. “Il Vanto son di noi senesi, che siamo ardenti e pur cortesi, ma si pretende cortesia CHIUNQUE SIA che a fronte sta!”

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è un problema di prezzo, è che a roma preferiscono non pagare.
Come sempre.

Rambotti

Anonimo ha detto...

Bellissmo, ma personalmente non considero affatto un errore il coro, lo rifarei anche domani.
Il testo è chiarissimo, ma alle volte ci fosse qualche faintendimento il pagamento della multa non è assolutamente un gesto riparatore, ma è solo una rivalsa di dignità nei confronti del Sig. Stronati che così non avrà modo di piangere e rinfacciarci anche questo, da noi un c'avanza niente nessuno, tantomeno gli strozzini.
Ala Destra

torbellamonaca ha detto...

se vedemo a roma merde. occhio ai glutei. scritto letto firmato mario vannini infame dichiarato.