
Prima di tutto, quella in cui il nostro spirito contradaiolo che emerge in tutta la nostra esistenza, figuriamoci, se non poteva emergere per il Siena. Ma questa cosa io la ritengo largamente positiva: il nostro cavillare fino a spaccare... la parola di un articolo vivisezionarla e leggerla in modi diametralmente opposti ci da la possibilità di avere la coscienza pulita nel dimostrare che noi a Siena, sulle cose che ci premono non permettiamo a nessuno di prenderci per il didietro, sia questo nessuno il Monte sia Stronati sia – per il passato – anche il compianto De Luca.
E proprio su De Luca mi soffermo: questi anni passati sotto la sua gestione ci avevano fatto vivere situazioni paradossalmente opposte.
La paura della retrocessione in C – con il sogno non solo della A ma dell'Europa; una volta raggiunto il paradiso, ecco la paura delle giornate estive con i giocatori che evitavano accuratamente Siena ma che poi a gennaio facevano il viottolo per venirci, le salvezze con gli occhi della tigre ma la paura della mancata iscrizione poi sempre scongiurata.
Una cosa però è stata comune denominatore: insieme alla dichiarata passione di De Luca (non sempre ritenuta tale da molti), la certezza che l'omino di Napoli quando dava la sua parola difficilmente si ringambava.
C'era insomma un progetto, forse naif, forse non al passo dei tempi delle grandi aziende calcio che conosciamo (ma anche di quelle... piccole: il Parma ci ha fatto vedere quanti interessi possono bollire in pentola non appena si è alzato il coperchio), ma che sempre partiva dal vedere le casacche bianconere ai nastri di partenza con una propria dignità. Sia questa fatta con gli arrivi dell'ultima ora, sia quella delle sparate contro chi pensava di voler “normalizzare” la piazza.
Credo che a noi tutti tifosi della Robur manchi quest'anno la sicurezza “provvisoria” di De Luca, il suo pensiero che poteva fare incazzare o poteva non essere condiviso nei modi o nelle forme ma che alla resa dei conti si dimostrava anno dopo anno sempre concreto negli aspetti principali che per noi senesi era sì l'(ovvia)iscrizione al campionato, ma anche il buttare il cuore oltre l'ostacolo per il raggiungimento della meta.
Credo anche che noi tifosi veri della Robur abbiamo paura di volerci dire che quella sicurezza deluchiana, possa aver lasciato il posto a qualcosa che non abbia bisogno tanto della passione per far pulsare il “vecchio cuore bianconero” quanto dei dollari, che non abbia più necessità di confrontarsi con la piazza, perché la piazza è stata tranquillamente sorpassata.
Abbiamo paura che, questa volta, al posto dei modi pittoreschi di De Luca, ci faranno incazzare l’indifferenza e il distacco.
Franz
1 commento:
"la sicurezza “provvisoria” di De Luca"
Con questa definizione all'apparenza contrastante hai reso perfettamente l'idea.
E che ci manchi questo è poco ma sicuro.
Bell'articolo Franz, davvero bello.
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