lunedì 13 aprile 2009

Luca, uno di noi

La trasferta di domenica è stata memorabile sotto più punti di vista, vorrei però raccontare una cosa che forse non tutti hanno notato.
Insieme agli oltre 800 senesi, nel settore ospiti c'era anche un tifoso diciamo "atipico", Luca Rossettini.
L'ho incontrato mentre stavamo uscendo dallo stadio, e ci siamo scambiati un saluto come facciamo di solito con molti altri amici tifosi.
Potrà sembrare una cosa da poco ma a me è fatto davvero piacere.
Si perché se un giocatore decide di guardare la partita invece che dalle comode (e gratuite) poltroncine della tribuna Vip, dal settore ospiti insieme ai suoi tifosi, questo vuol dire tante cose.
Vuol dire che forse vuol vivere la partita per una volta da tifoso vero, con le emozioni, i rumori, gli odori che quando sei in campo non riesci a percepire.
Vuol dire che si sente a casa, e che non ha problemi a mischiarsi con i suoi tifosi perché consapevole che loro sapranno rispettare la sua voglia di essere in mezzo a loro senza approfittarne e "soffocarlo" di attenzioni, come altre tifoserie più "appiccicose" farebbero.
Vuol dire che sa che portare amici o parenti in trasferta coi suoi tifosi non costituisce un motivo di rischio, probabilmente perchè crede nella civiltà e nella correttezza dei sostenitori bianconeri.
Vuol dire che un giocatore di serie A può e vuole essere un ragazzo normale, cui piace stare in mezzo alla gente normale per vedere una partita della sua squadra del cuore.

Chissà, forse ci ho visto molto di più di quello che c'era davvero dietro alla presenza di Luca Rossettini nel settore ospiti a Bologna ma, conoscendo il ragazzo, forse non ho sbagliato di tanto.
Comunque lo ringrazio per essere stato lì con noi a condividere un momento storico per la Robur, per me è stata la ciliegina sulla torta di una giornata perfetta, mi ha reso ancora più orgoglioso di tifare per questi colori perché mi ha confermato che certe cose così "sane", possono succedere solo a Siena e in pochi altri posti.

Vomerone

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